mercoledì 1 maggio 2013

Nettare di guava Best


Nome: nettare di guava (Nectare de goyave)
Marca: Best
Quantità: 250 ml
Kcal: 170
Provenienza: Egitto
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Cazzeggio in giro senza uno scopo valido, solo per il gusto di perdere tempo che potrebbe essere impiegato in un'altra nobile arte: fare niente. O in alternativa scommettere sulle cinesine che corrono in stazione, loro contro i 20 kg di valigia che traballa dietro a loro su due instabili rotelline in pvc. Una corsa tanto impari, ma proprio per questo divertente.
"Cazzo corri, che tanto Trenitalia è in ritardo cronico?"
"Da quando?"
"Da quando non c'è più lui, no? "
"Chi?"
"Lui."
"Mao?"
Forse."
Con Mao i treni arrivavano in orario, o proprio non arrivavano. Tipo nel Gobi, perchè oh, aria, le cattedrali nel deserto costruitele voi sporchi occidentali che noi dobbiamo fare la rivoluzione.
"Civile?" chiede una strana bagascia mezza donna e mezza canna fuoriuscita dal centro sociale.
"Vaffanculo."

Mi incammino a cercare qualcosa di cui cibarmi, e viro verso il quartiere etnico con la stessa lenta determinazione di un panzer spedito verso Varsavia. E come a Varsavia, piove.



 


Trovo un negozietto preso d'assalto da nigeriane urlanti, ma sempre e comunque gestito dalla protocugina di Mao. Poco male, penso. Poteva andare peggio, penso. Per esempio avrebbero potuto gestirlo le nigeriane.
Tutte insieme. Contemporaneamente.

Giro catatonicamente cercando di incrociare gli occhi con la cinesina che gira a mettere apposto la roba, le chiedo qualcosa, lei dice che non lo sa. Sospetto che non sappia neanche il suo nome di battesimo -
"Aò, ma che sei scemo, so' comunisti, so senzaddio"
"Che?"
"Aò, so' senzaddio"
 "Bravo, ora torna a votare Casapound"
 "Casache?"
 "Ma levati dal cazzo" -

Torno a rimirare gli scaffali, e mi imbatto in questa lattina, scritta in francese. "Nectar de goyave". La risposta all'arcano mistero del "Che stracazzo è la goyave?" si risolve ben presto, quando, rigirandomi la lattina nelle mani leggo "Nettare di guava".
"Nettare?"
"Succo."
"Ma c'è scritto nettare"
"No, tranquillo, non è colpa tua, è colpa dei francesi"
"Enno, è colpa degli egizi"
"Che?"
"Gira la lattina."
Giro la lattina, e ci trovo scritto "Made in Egypt".
Ora, siamo sinceri, i prodotti venduti in codesti negozi sono equosolidali quanto una secchiata di acido in faccia ad un bambino del Burkina Faso, ma preferirei devolvere i miei soldi al cartello del turismo sessuale thailandese piuttosto di donarli agli estremisti islamici.
"Ma si, so' solo 85 centesimi, cazzo vuoi che ci comprino?"
"'Na frusta?"
"E i thailandesi?"
"Un frustino."
"Daje."

E così compro il prezioso nettare inscatolato da Ahmed durante la primavera araba, e prendo il treno in ritardo per tornarmene da dove sono venuto. Anche questa volta le cinesine hanno vinto.

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Apro la lattina, che come tutte le lattine bislacche si apre al contrario, ossia tirando la spoletta verso di te. Si lascia aprire, non esplode. Bene.
Con mio stupore, il succo è bianco: me lo ricordavo rosa. O almeno, l'ultima volta che l'avevo bevuto era rosa. Vado su Google e scopro che il guava è pure bianco, come quello stampato sulla lattina. Forse l'avevo già notato, ma la speranza che fosse rosa era dura a morire.
Il rosa di per se è un colore allegro, almeno finchè Vendola non entra quatto quatto e ti sussurra all'orecchio "O i diritti, o il culo". A quel punto la magica sostanza chimica omofobina trasforma il rosa in rosso. Che poi noi non siamo omofobi, beninteso, ci fa solo schifo l'elettorato di SEL.
E l'odore di questo succo è stucchevole quasi quanto il diversamente etero sopra riportato. Ma di per se non è un profumo malvagio, anzi, riporta alla mente bei ricordi, tipo di quando non eri qui a scrivere dei bei ricordi aspettando di vivere altri bei ricordi in un loop tanto drammatico quanto questo:


                              

La bevanda non è affatto sgradevole al gusto, il sapore è dolciastro ma preserva delle note gradevoli e non eccessivamente marcate che aleggeranno sul palato per i due minuti successivi alla degustazione. Il succo è di  per sé abbastanza denso, ed il colore è di un bianco lattigginoso, simile al colore del succo di banana. Mai bevuto? Beh, sicuramente Ven...mobbasta però eh. 



Il packaging, ossia la lattina, è tanto spartano quato poco invitante: enormi pezzi di guava fluttuano in un campo bianco, in cui l'unica nota di colore sono le scritte blu le quali mi informano che il prodotto contiene minimo minimo un 35% di succo. E il resto? Eh, meglio non sapere.
Sui lati troviamo delle fasce blu con su scritto "Best" in arancione acceso, seguito da logo e probabilmente traduzione in arabo. 
Non proprio il modo migliore per farsi comprare. Però fa tanto Berlino Est.
"Aufstanden aus Ruinen
und der Zukunft zugewandt, 
laßt uns Dir zum Guten dienen, 
Deutschland, einig Vaterland." 
"Eh?"
"Niente, taci e cammina. Forte. Che il treno a noi non fa sconti" .

                                     
  





Voto:      













   
   












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