giovedì 27 giugno 2013

Lychee drink Foco





Nome: Lychee drink
Marca: Foco
Quantità: 350 ml
Kcal: 160
Provenienza: Thailandia
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Il freddo temporaneo dell'estate mi fa venire i flashback neanche avessi combattuto in Viet Nam. Io però mi sa che le vietnamite le ho sempre trattate un po' meglio di come ha fatto la soldataglia americana. Tranne Rambo.
Rambo è un figo.
E pure Duke Nukem lo è.
Duke entrerebbe nel negozio di alimentari con in mano un fucile a pompa, si limonerebbe la commessa e poi comincerebbe a spaccare il culo a tutti. Sai che figata?

E poi ci sono io.

A dirvi tutta la verità, io con le donne ci so fare abbastanza bene, soprattutto se vengono dall'estremo oriente. Non chiedetemi il perchè, non lo so neanch'io e se lo sapessi sarei a farmi succhiare l'alabarda a Bangkok invece di essere qui a rivelarvi le mie parafilie. Ma torniamo al punto.

"Oh, ma m'interessava!"
"Cosa?"
"Er pompino a'a thailandese"
"Anche a me, amico mio, anche a me"

Entro in negozio, e ci sono due donne di colore piuttosto robuste che bloccano irrimediabilmente il passaggio nel corridoio. Chiedo quindi loro di spostarsi ed ottengo qualche centimetro di spazio, in cui sgattaiolo sapientemente come un Charlie in un cunicolo. Ma come il povero Viet Cong non poteva immaginare di trovarsi tutti i Navy Seals con tanto di gagliardetto alla fine del tunnel, io non potevo immaginare, svoltato l'angolo, di trovare il predatore alpha di ogni catena di supermercati: la nera obesa col carrello.

Questa gentile signora, il cui culo era stato adibito a portaerei dalla US Army durante la Guerra Fredda, non ha insite nel suo cervello due importanti funzioni: la retromarcia, e la comprensione di una qualunque lingua non sia composta da urla animalesche. Per quanto ti veda li, in mezzo alla corsia mentre tenti di trovare uno spazio per passare tipo le auto di Need for Speed, lei continua ad avanzare lenta e determinata come un panzer su Varsavia. Al povero coglione che le si trova davanti non resta altro che arretrare e fare il giro.

Li mortacci sua. 




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La lattina, come tutte le lattine della linea Foco, ha un certo stile retrò, che a quelli come me piace tanto. Non vorrei dire una cazzata e trovarmi una studentella del DAMS sotto casa (o forse si), ma la grafica ha qualcosa di minimalista, pensateci. Uno sfondo bianco su cui campeggiano dei frutti bianchi e rossi, i quali se non ci siete ancora arrivati sono i lychee, e delle scritte sempre in  varie tonalità di rosso ed arancione. Spettacolare.

Il succo di lychee ha una colorazione lattiginosa, e ai profani esso potrebbe sembrare acqua sporca, tanto è indefinibile il colore di tale liquido. L'odore emanato da tale sostanza è davvero piacevole, con diverse note floreali. Al gusto eccelgono ancora queste stesse notte, e nell'insieme la delicatezza del composto è eccelsa.
Un succo che consiglio assolutamente e che può soddisfare senza problema qualsiasi tipo di palato.
"E er mio?"
"Si, er...er coso li, er palato"
"Si, pure il tuo. Ma hai mai provato con il detersivo? Dicono che abbia lo stesso gusto."


Voto:    

venerdì 21 giugno 2013

Biscottino della fortuna Janeco




Nome: Biscottino portafortuna
Marca: Janeco
Quantità: un biscottino per pacchetto
Kcal: N.D.
Provenienza: Unione Europea
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Firenze di notte è un posto stupendo: tutti quegli edifici e quei monumenti che di giorno vengono svalutati alla vista da orde di turisti chiassosi il cui scopo primo è impedirti di scattare una foto, sono a piena disposizione di chi non si è già ritirato in albergo o in bar al calar delle tenebre.
Perché in un posto del genere parti con l'intenzione di andare a bere qualche schifezza in sovrapprezzo in un pub e ti ritrovi a comprare una birra al minimarket per poi consumare tutta una memory card con immagini di statue ed edifici di un tempo che fu. E pure i turisti stranieri di notte abbandonano qualsiasi pretesa di far bordello, in favore di un più consono silenzio. Tra i turisti solo una categoria non mi da sui nervi, e lascio a voi immaginare quale. Se mi avete seguito fin qui, mi conoscete abbastanza bene per sapere anche i miei gusti in fatto di donne.





La sgangherata compagine di Rifondazione dovrebbe imparare da questo video a tirar su una campagna elettorale.

Comunque, alla fin fine ho dato una chance a quel negozietto di sushi-kebab, e non me ne pento assolutamente. Dentro infatti ci sta quella che sembra essere una giapponese...
"Li mortacci, ma so tutte ug..."
"Ruhe!"
dicevo, una giapponese che avrà già superato almeno i 45, credo, ed è lei a preparare le pietanze che sono in vendita in quel buco stesso. Visto che di domenica è quasi tutto chiuso e quello che è aperto costa un rene, ho deciso di comprare degli spaghetti li (a sua detta tale pietanza è chiamata yakisoba nella terra dei mecha e delle scolarette). Tali yakisoba, con mia grande sorpresa, si sono rivelati ottimi.
Quello che mi ha colpito di più è stata però la gentilezza della commerciante, quasi orgogliosa nello spiegare con cosa condiva la pietanza e come essa era stata eseguita. Il tutto sommato al fatto che nonostante l'età, lei sia ancora una donna carina. O lei è carina o io sono un farfallone, ai posteri.
Fatto sta che sono tornato pure di sera nello stesso posto per acquistare un biscottino della fortuna. Subito lei si è preoccupata di chiedermi se mi erano piaciuti gli spaghetti. Il preoccuparsi della soddisfazione del cliente anzichè della sua moneta e basta è un valore aggiunto di questi tempi.
Per un po', o almeno per qualche ora, questa donnina non molto alta mi darà modo di non perdere del tutto la fiducia nell'umana specie.
Ringraziatela.

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L'involucro è molto orientale, sia nei colori rosso ed oro che nell'iconografia: oltre a degli ideogrammi cinesi di cui ignoro il significato, un drago nero si riposa nella parte inferiore del pacchettino.
"L'è rosso"
"Quindi?"
" 'Un fidatte, quella robba c'ha dentro er comunismo"
"Il comunismo?"
"Essi, l'è rosso, come 'e bbandiere de' comucosi"
"Ma è un biscotto"
"T'ho detto no fidatte, che poi va a finì che ti iscrivi ar PD"
"Che l'è comunista il PD?"
"Boh, che ne saccio io. So' a sinistra, so' rossi, che er diavolo gli pijasse tutti!"
"Mai pensato di iscriverti ad Oxford?"
"Uh?"
"Niente, taci e lascia stare."




                           



Il biscotto presenta una forma a raviolo cinese, ed una tonalità di colore non troppo scura, tipica dei biscotti cotti a misura giusta. I rimandi alla cultura d'origine sono per l'appunto molto evidenti, anche se il prodotto è stato fatto e confezionato nella nostra cara Unione Europea.
"So' comunisti pure li?"
"No, direi di no."
"Uh."
Al gusto il biscotto si rivela croccante e fragrante, ma pressochè insipido. Il sapore del biscotto è infatti un misto tra la particola, ovvero il tipico gusto di cartone, ed il nulla cosmico. Masticandolo lentamente e rimestandolo in bocca a mo' di ruminante si possono però trovare delle flebili note di frumento, ovvero il cereale di cui sto benedetto...
"So senzaddio, l'è maledetto."
"Taci."
...biscotto sembra esser fatto a giudicare dalle scritte presenti sul retro della confezione. Retro che è dorato, aggiungo.
La scritta sul retro recita precisamente così:

"Biscott di frumento con un biglietto a'll interno di da togliere prima di di consumarsi"
Ed è certamente un capolavoro della grammatica italiana e dell'ovvietà, un grido di ribellione verso i canoni preconcettuali imposti dalla lobby della Crusca, a cui proprio il frumento, ben più nobile, da uno schiaffo in faccia.
O più semplicemente è un tale obbrobrio che potrebbe pure ricevere il plauso di qualche finto acculturato spiaggiato alla Biennale. E li di finti acculturati tra artisti, critici e visitatori ce ne sono da riempire uno stormo di aerei cargo.


Se proprio volete saperlo, sul mio bigliettino c'era scritto:

"Tu sei un uomo molto casalingo e la tua famiglia viene al primo posto".
Non ho ancora capito se ciò fosse un velato insulto al mio attaccamento alla postazione PC o un elogio alla fidelitas verso la mia consorte.
Propendo verso la seconda grazie all'innata simpatia/gigioneggiamento che provo verso la carinissima negoziante.

Voto:      

venerdì 14 giugno 2013

Latte al melone Pokka


Nome: Melon Milk
Marca: Pokka
Quantità: 240ml
Kcal: 125
Provenienza: Singapore
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Saranno quindici ore che non mangio qualcosa, e mi aggiro stordito per Firenze alla ricerca di un bar o di un qualunque buco dove poter ingollare qualcosa a prezzi umani. Dopo aver caracollato per negozietti di alimentari gestiti da loschi pakistani e bar le cui insegne chic mi davano del plebeo, riesco ad imbucarmi in una panetteria locale. Alzo lo sguardo, e mi trovo davanti due stangone che mi sorridono.
Una delle due stangone è bionda ed ha una treccia che le ricade sulla spalla. Mi chiede cosa voglio con quell'accento che c'hanno solo le toscane. Quell'accento che la mia alabarda accoglie con un perentorio saluto romano, tipo l'Hitlerjugend quando il capoccia andava a vederli.
O tipo Paolo Sizzi quando si trova di fronte ad una telecamera.

Esco dal locale dopo aver conquistato una focaccia, con lo spadone che fa ancora "Sieg Heil!", e dirigendomi verso il mio albergo noto un misterioso negozietto. Entrato, mi accorgo della combo costituita da quei 5 metri quadri: kebab, commessa asiatica e la pretesa che riso e gamberetti siano spacciabili per sushi. Spettacolare. Guardo l'assortimento di alimenti che ha sullo scaffale, mi segno almeno 3 cose da comprare che potrebbero seriamente intossicare me e i miei sodali, e fisso lo sguardo su una lattina che mi propone un accostamento di latte e melone.
Il pensiero che se tale prodotto è guasto morirò da solo in una squallida stanza d'albergo non mi sfiora minimamente, e procedo all'acquisto.
La commessa mi esorta a comprare pure uno dei suoi piatti ma rifiuto.
"Oh, ma forse è bbono"
"No, guarda, non lo è, lo vedi anche tu no?"
"E che ne sai te, magari alla fine er susho c'è."
"Il che?"
"Er susho."
"Ma quella meretrice di tua sorella, non lo vedi che è solo riso con du' gamberetti e del prezzemolo?"
"Amboh, magari è susho platonico."
"Magari."
Vado via prima che il masochismo mi colga e ritorno alla mia lugubre dimora temporanea, che sto giro è davvero lugubre e sciatta. Cercarsi di scopare una turista in un posto come questo sarebbe come tentare di rimorchiare a St.Tropez con il pandino.

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Partiamo con il dire che la lattina è molto bella e curata, a partire dalla rappresentazione dei meloni che fa molto retrò e ricorda i prodotti della Foco. Pure le montagne e la mucca servono a far sembrare tutto più credibile agli occhi del potenziale acquirente occidentale (o arabo, visto che uno dei lati della latina è scritto appunto in arabo). Il prodotto quindi forse era stato progettato per arrivare ad un pubblico con il gladio più lungo di 10 cm, ma la missione si è rivelata un triste fallimento.
Apro la lattina e da subito avverto un forte aroma di melone. A tutti qui piace il melone, no?


Dopo aver ascoltato in religioso silenzio (a.k.a. statti zitto) il saggio bardo veneto, procediamo.

Il colore della bevanda è verde pisello, il che stupisce non poco in quanto la polpa del melone è di norma arancione. Procedo quindi all'assaggio di quella che temo sia vellutata di piselli, ed incontro subito una consistenza paragonabile a quella del latte. Il gusto del latte però manca quasi del tutto, sovrastato da intensissime note di melone. E come tutti voi dovreste già aver imparato, il melone è cosa buona e giusta.

Nel complesso la bevanda è dolce, rinfrescante e molto saporita. Il tutto è impreziosito dal design della lattina, che come ho già detto è abbastanza pulito, luminoso e di classe. 


Voto:    

giovedì 6 giugno 2013

Succo di Papaya Rubicon






Nome: Papaya juice drink
Marca: Rubicon
Quantità: 1lt
Kcal: 46kcal per 100ml
Provenienza: Inghilterra
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Avete presente quella bella compagna di classe delle medie? Si, quella altina, coi capelli castani. Quella che veniva a scuola in Mercedes, perchè il padre lavorava alla Ca' Negra Inc. , famosa ditta specializzata nella manifattura di goldoni di dubbia qualità? No, quest'ultimo particolare probabilmente non ve lo ricorderete, perchè a voi, figlio di operai, lei avrà sempre detto che il padre era un importante diplomatico al momento impiegato in una missione nell'Impero Ottomano.
E ora ditemi, cosa capite da questo? Che le ragazzine delle medie più altoborghesi sono più svettano per ignoranza in storia.

"Ao, s'ha dda fare 'a lotta 'e classe!"
"No, per carità di Dio, sta zitto"
"Ao, er Mercedes!"
"Eh?"
"Mercedes."





Ora che avete avuto un po' di tette color caramello e qualche personaggio che gradirei vedere a Sing Sing, riprendiamo la nostra storia.
Ecco, volevo dire, il punto è che questa ragazzina, in cui tutti voi vi sarete imbattuti perchè quelle come lei le clonano tipo la INGEN coi Velociraptor, era essenzialmente una troietta acida.
Acida e superba nel guardare voi, figli di gente che probabilmente aveva passato la vita a votare PCI e a smazzare in fabbrica mentre sua madre veniva sbattuta sul tavolo da biliardo da Mumbasa il giardiniere, e suo padre arrossava chiappe minorenni in Bulgaria. E proprio con suo padre dovete prendervela, se ora avete 9 cugini di primo grado e 34 di secondo. Con suo padre, e il lattice pezzente che usava per confezionare i suoi prodotti.
Però erano tinti d'oro con le stelline eh, mica cazzi.
Disse quel cretino di vostro zio Adalberto, tenendo in braccio il suo quinto figlio.


  

Scordiamoci delle ragazzine altoborghesi per un po', e parliamo invece di questo succo di papaya Rubicon.

Il packaging è impeccabile, bello davvero, come tutti quelli della linea Rubicon. Essendo un prodotto occidentale, c'è una certa cura nel far risultare il tutto invitante e sgargiante, ed è ben gradita, visto che il risultato non affonda tragicamente nel mare del kitsch.

Il succo ha una tonalità arancione scuro, e presenta una certa consistenza a contatto col cavo orale. L'odore è intenso e vagamente ricorda i vari succhi ai gusti "tropical", "exotic" eccetera, Probabilmente la papaya è ficcata pure li, alla cazzo di cane, tra una rotella di ananas ed un pezzo di mango.
Il sapore è però acido, acido come una dozzina di ragazzine viziate i cui padri dirigono dubbie aziende. Proprio questa acidità va a rovinare le buone impressioni date dal packaging, soprattutto per la spiacevole sensazione di proiettile nello stomaco che vi darà tale bevanda dopo circa un minuto dall'ingestione.

In conclusione: se vi piacciono le cose acide prendetelo pure, scommetto che in giro per il mondo ci sarà anche una decina di papaya fan club o fiere della papaya, e credo ci sia anche gente che usa i prodotti Rubicon per fare sfiziosi giochini erotici col partner, ma a me sta cosa ha fatto solo venire acidità di stomaco.

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Voto: