venerdì 21 giugno 2013

Biscottino della fortuna Janeco




Nome: Biscottino portafortuna
Marca: Janeco
Quantità: un biscottino per pacchetto
Kcal: N.D.
Provenienza: Unione Europea
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Firenze di notte è un posto stupendo: tutti quegli edifici e quei monumenti che di giorno vengono svalutati alla vista da orde di turisti chiassosi il cui scopo primo è impedirti di scattare una foto, sono a piena disposizione di chi non si è già ritirato in albergo o in bar al calar delle tenebre.
Perché in un posto del genere parti con l'intenzione di andare a bere qualche schifezza in sovrapprezzo in un pub e ti ritrovi a comprare una birra al minimarket per poi consumare tutta una memory card con immagini di statue ed edifici di un tempo che fu. E pure i turisti stranieri di notte abbandonano qualsiasi pretesa di far bordello, in favore di un più consono silenzio. Tra i turisti solo una categoria non mi da sui nervi, e lascio a voi immaginare quale. Se mi avete seguito fin qui, mi conoscete abbastanza bene per sapere anche i miei gusti in fatto di donne.





La sgangherata compagine di Rifondazione dovrebbe imparare da questo video a tirar su una campagna elettorale.

Comunque, alla fin fine ho dato una chance a quel negozietto di sushi-kebab, e non me ne pento assolutamente. Dentro infatti ci sta quella che sembra essere una giapponese...
"Li mortacci, ma so tutte ug..."
"Ruhe!"
dicevo, una giapponese che avrà già superato almeno i 45, credo, ed è lei a preparare le pietanze che sono in vendita in quel buco stesso. Visto che di domenica è quasi tutto chiuso e quello che è aperto costa un rene, ho deciso di comprare degli spaghetti li (a sua detta tale pietanza è chiamata yakisoba nella terra dei mecha e delle scolarette). Tali yakisoba, con mia grande sorpresa, si sono rivelati ottimi.
Quello che mi ha colpito di più è stata però la gentilezza della commerciante, quasi orgogliosa nello spiegare con cosa condiva la pietanza e come essa era stata eseguita. Il tutto sommato al fatto che nonostante l'età, lei sia ancora una donna carina. O lei è carina o io sono un farfallone, ai posteri.
Fatto sta che sono tornato pure di sera nello stesso posto per acquistare un biscottino della fortuna. Subito lei si è preoccupata di chiedermi se mi erano piaciuti gli spaghetti. Il preoccuparsi della soddisfazione del cliente anzichè della sua moneta e basta è un valore aggiunto di questi tempi.
Per un po', o almeno per qualche ora, questa donnina non molto alta mi darà modo di non perdere del tutto la fiducia nell'umana specie.
Ringraziatela.

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L'involucro è molto orientale, sia nei colori rosso ed oro che nell'iconografia: oltre a degli ideogrammi cinesi di cui ignoro il significato, un drago nero si riposa nella parte inferiore del pacchettino.
"L'è rosso"
"Quindi?"
" 'Un fidatte, quella robba c'ha dentro er comunismo"
"Il comunismo?"
"Essi, l'è rosso, come 'e bbandiere de' comucosi"
"Ma è un biscotto"
"T'ho detto no fidatte, che poi va a finì che ti iscrivi ar PD"
"Che l'è comunista il PD?"
"Boh, che ne saccio io. So' a sinistra, so' rossi, che er diavolo gli pijasse tutti!"
"Mai pensato di iscriverti ad Oxford?"
"Uh?"
"Niente, taci e lascia stare."




                           



Il biscotto presenta una forma a raviolo cinese, ed una tonalità di colore non troppo scura, tipica dei biscotti cotti a misura giusta. I rimandi alla cultura d'origine sono per l'appunto molto evidenti, anche se il prodotto è stato fatto e confezionato nella nostra cara Unione Europea.
"So' comunisti pure li?"
"No, direi di no."
"Uh."
Al gusto il biscotto si rivela croccante e fragrante, ma pressochè insipido. Il sapore del biscotto è infatti un misto tra la particola, ovvero il tipico gusto di cartone, ed il nulla cosmico. Masticandolo lentamente e rimestandolo in bocca a mo' di ruminante si possono però trovare delle flebili note di frumento, ovvero il cereale di cui sto benedetto...
"So senzaddio, l'è maledetto."
"Taci."
...biscotto sembra esser fatto a giudicare dalle scritte presenti sul retro della confezione. Retro che è dorato, aggiungo.
La scritta sul retro recita precisamente così:

"Biscott di frumento con un biglietto a'll interno di da togliere prima di di consumarsi"
Ed è certamente un capolavoro della grammatica italiana e dell'ovvietà, un grido di ribellione verso i canoni preconcettuali imposti dalla lobby della Crusca, a cui proprio il frumento, ben più nobile, da uno schiaffo in faccia.
O più semplicemente è un tale obbrobrio che potrebbe pure ricevere il plauso di qualche finto acculturato spiaggiato alla Biennale. E li di finti acculturati tra artisti, critici e visitatori ce ne sono da riempire uno stormo di aerei cargo.


Se proprio volete saperlo, sul mio bigliettino c'era scritto:

"Tu sei un uomo molto casalingo e la tua famiglia viene al primo posto".
Non ho ancora capito se ciò fosse un velato insulto al mio attaccamento alla postazione PC o un elogio alla fidelitas verso la mia consorte.
Propendo verso la seconda grazie all'innata simpatia/gigioneggiamento che provo verso la carinissima negoziante.

Voto:      

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