venerdì 26 luglio 2013

Latte di cocco Orthodox


Nome: Coconut Palm Juice
Marca: Orthodox (coconut palm brand)
Quantità: 245 ml
Kcal: ND
Provenienza: Cina
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"Che tipo c'hai presente la Triade?"
"No, che è?"
"No, ecco, che fra poco ci sparano."
"Si, ma che l'è?"
Mi chiedo perchè finisco sempre per ficcarmi nel primo ristorante cinese che trovo, ma purtroppo la risposta la so già. Se mi va bene la cameriera c'ha un bel viso, se sono fortunato ha un bel culo, nella migliore delle ipotesi presenta entrambe le caratteristiche. L'hardware definitivo, che ti porta pure da mangiare e canna ogni cazzo di erre. Un apostrofo rosa tra le parole "Ammazzarsi di seghe".
 
Il problema è quando ti va male.

E in quei luoghi orrendi di due metri per due chiamati tutti implacabilmente "Rosticceria cinese", perchè son così poveri che hanno venduto pure la fantasia, di sicuro ti andrà male. Che poi non è una rosticceria, è una filiale della Caritas in salsa comunista. Se va bene usano un garage vuoto come cucina, se va male c'hanno pure la Palio e scaldano il cibo sul motore. Cioè etnico, mica pizza e fichi come i vostri caffè letterari del cazzo.
Andate a fare i radical chic da un'altra parte, possibilmente a Komodo o giù di li.

In rosticceria paghi prima di mangiare, ti danno da mangiare in un piatto di plastica, e quando te ne vai ti guardano pure male, come se gli avessi mangiato il gatto. Non che abbia ancora del tutto escluso quest'ipotesi.
E ovviamente la commessa può essere quanto figa volete ma comunque per lei sarete la Merda che non ha neanche i vaini per andare a mangiare in un posto decente tipo il sushi bar dall'altra parte della strada.

Che poi c'ha anche un po' ragione.

Però io di solito ho due ristoranti preferiti che frequento saltuariamente quando non sono in giro per il mondo.

  
Il primo è un posto curatissimo, cinesissimo, che c'ha pure il bancone e il portone fatti di legno intarsiato e c'ha gli arazzi pregiati alle pareti. La cameriera più o meno si ricorda di me (almeno credo), e parla un italiano accettabile.

Il secondo, oh, il secondo. Posto carino, abbastanza spoglio, fatta eccezione di un arazzo bellino e qualche mobile. Le sedie son belle come in tutti i ristoranti cinesi decenti.
 L'è pieno di cinesi che fanno bordello, c'è una tv in cui trasmettono programmi in mandarino stretto e le camerierine son carine ma capiscono una sega.
"Scusi, potrei avere del sakè?"
Mi guarda tipo alieno spatasciato a Roswell e se ne va.
Arriva la capo cameriera, che mi fa: "Tu volele palalre con lei?". E indica la camerierina.
Io spiego che volevo solo del sakè e me lo portano, finalmente.

Si, aveva capito "Scusi, posso parlare con te?". Come se fossi un principiante di tale risma.

E ho anche il sospetto che la Triade si nasconda sotto i tavoli, pronta a spuntare e ad ammazzare tutti con degli AK-47 svenduti dai russi dopo il crollo dell'USSR.
"Tv fuoi tipo tiecci Kalashnikov?"
"Si, glazie".

Che poi vi dico, sto cazzo di latte di cocco l'ho comprato li, ecco.

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La lattina è da un lato scritta in inglese e dall'altro scritta in cinese, per facilitare la comprensione di ciò che si andrà ad ingurgitare anche alla gente che ha lo strambo feticismo di pronunciare la erre in maniera corretta.

Come potete argutamente notare, o uomini cresciuti a pane e volpe, la lattina è nera e presenta il disegno di delle noci di cocco nella parte inferiore e delle scritte in giallo e rosso concernenti il brand e la natura del prodotto dalla zona centrale in su.
Sui lati (e hai voglia di capire qual'è il lato di un cilindro), ci sono le solite menate sugli ingredienti.

Cose che interessano solo a quelli di scienze dell'alimentazione e ai periti chimico-industriali, che traggono da tali letture delle improvvise illuminazioni su come sciogliere il cadavere di Abdul, morto tragicamente sul lavoro causa eccesso di ferro nell'organismo. Una curiosa reazione chimico-biologica al serramanico di Rashid.

La lattina si apre tirando la linguetta verso se stessi tipo scatoletta di tonno, perchè se non c'è qualche stranezza il prodotto non viene catalogato come cinese DOC.

Il latte ha un odore intenso ma allo stesso tempo delicato, ed il colore è di un bianco tutto sommato limpido, per non dire lattiginoso che se no incorro in un linciaggio. 
Il sapore è squisito: sa davvero da cocco senza se e senza ma, e non è stomachevole neanche a lattina finita. Davvero un signor latte di cocco, che batte di alcune misure il suo rivale marcato Foco.
In casi come questi mi rammarico che la scala di voto abbia solo cinque banane.

"Oh ma hai sentito niente?
"Che?"
"No dico, uno sparo."
"No, je stavo guardando er culo a'a cameriera, come anche te."
"Si, hai ragione, ma ora suggerisco di levarci dal cazzo, neh?"

Voto:    










 




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